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Gli ebrei e le piccole città. Economia e società nel Polesine del Quattrocento

12,00€

di Elisabetta Traniello
prefazione di Maria Serena Mazzi

Categoria: SAGGISTICA Tag: Elisabetta Traniello
Anno: 2004
Pagine: 322
ISBN:
  • Descrizione

Introduzione

cap. 1. Tra Ferrara e Venezia:
Il Polesine conteso
Centri urbani
“quasi città”
La fisionomia urbana
La cittadinanza degli ebrei in Polesine
Gli ebrei del Polesine e la capitale.
cap. 2. Le reti dei banchi di prestito:
Le prime condotte
I titolari dei banchi
I Finzi a Rovigo (1391-1436)
I “da Perugia” a Lendinara (1412-1437)
I “da Ferrara/de Sumis” a Badia (1401-1433)
I fattori dei banchi
Il monopolio dei Finzi a Rovigo e Lendinara (1437-1462)
Gli ultimi trent’anni del secolo: tratti costanti e nuove articolazioni.
cap. 3. Gli ebrei nell’economia urbana:
Lo stato dell’arte
La materia prima
Le professioni tessili
I luoghi della produzione
Mercanti ebrei e mercanti cristiani
I mercanti e i banchieri.
cap. 4. Gli ebrei nella società urbana: il caso di Lendinara:
Le famiglie di Lendinara
Le prime relazioni col banco ebraico
La clientela di Iosep Finzi
Una relazione particolare: la conversione di Angelo Finzi
Interazioni di lunga durata?
cap. 5. Gli ebrei askenaziti:
Migrazioni e spostamenti
“Benché tedesco sia ”
Gli Askenaziti a Badia: case, stufe teutoniche e pitture rovinate
I prestatori di Badia
Visualizzare gli spostamenti e le relazioni
cap. 6. Giorno per giorno:
Spiragli quotidiani
Qualche ipotesi quantitativa
La casa dell’ebreo
Il cimitero
La sinagoga
Convivenza e conflittualità.
cap. 7. I Finzi “del Polesine”:
Gaio di Musetto di Padova
Iosep
Leucio e Consiglio di Gaio
I figli dei figli
La quarta generazione
Amicizie e matrimoni

Fonti
Bibliografia
Indice dei nomi di persona e di luogo

 

Sul finire del Trecento l’area del Polesine di Rovigo, come molte altre nel resto d’Italia, fu interessata dal radicamento o dall’arrivo di famiglie ebraiche di provenienza diversa. In particolare i centri di Rovigo, Lendinara e Badia si trovarono ad essere i punti di riferimento di quei movimenti mirati. Prestatori, ma anche mercanti, gli uomini d’affari di religione ebraica condussero le loro esistenze e sbrigarono il loro lavoro nelle comunità polesane inserendosi nella vita economica e sociale con alterne vicende, a volte di integrazione, a volte di tensione, conflitti e misure repressive, adottate o sofferte. […]

Mi piace pensare a questo libro come a una piccola storia dei margini (che non vuol dire affatto marginale, tutt’altro), storia di una minoranza di persone, spesso perseguitata e offesa, in una terra di confine contesa, perduta, ripresa da domini prepotenti e forti: la Signoria estense e la Repubblica di Venezia. Una storia di margini estremamente interessante, che illumina da una prospettiva singolare le realtà, consolidate, di chi sta “dentro “.

L’autrice, con rigorosa cura documentaria, ha ricostruito le vicende delle presenze ebraiche nel Polesine di Rovigo del basso medioevo e la trama dei rapporti con la società cristiana a livelli diversi: istituzioni pubbliche, individui privati. Mostrando quel che era intuibile, ma difficile da verificare con testimonianze dirette, e cioè che l’impalcatura giuridica dello stato è rigida, così come la posizione dottrinaria e fattuale della Chiesa. Elastica la società dei laici, che non disdegna nella pratica quotidiana e nel disbrigo degli affari di servirsi dei banchi ebraici o delle prestazioni dei mercanti ebrei, né di concedere loro in affitto botteghe e case.

Maria Serena Mazzi

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