IL POLESINE NEL REGNO D’ITALIA – POLITICA CULTURA SOCIETÀ, 1866-1915

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18-19 novembre 2011

XXVII CONVEGNO DI STUDI STORICI
Accademia dei Concordi
Piazza Vittorio Emanuele II – Rovigo

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Gli studi su Rovigo e il Polesine in età contemporanea sono per molti aspetti oramai cospicui, tuttavia restano da indagare alcune aree tematiche di grande significato storico e storiografico. Qui di seguito sono evidenziati i filoni che si ritengono meritevoli di attenzione, al fine di ricostruire in maniera puntuale e precisa mezzo secolo di storia di una Provincia certamente importante nel più ampio quadro regionale e nazionale italiano.
Di fronte a una realtà storica così complessa e articolata, il convegno si pone l’obiettivo di selezionare, approfondendoli, alcuni temi di ricerca e studio, ritenuti senza dubbio fondamentali per ricostruire la fisionomia politica, culturale e sociale della provincia.
In primo luogo è necessario analizzare le rappresentanze elettorali a livello politico e amministrativo, espresse sia negli uomini destinati al parlamento nazionale che negli amministratori comunali e provinciali. I ceti dirigenti svolgono un ruolo chiave nelle relazioni fra centro e periferia e nei processi di comunicazione fra Stato e società civile, costituendo anche l’ambito privilegiato di formazione e la fonte primaria di potere degli esponenti nazionali.

In altri termini, si tratta di rispondere a domande precise circa i nomi di parlamentari, sindaci e consiglieri, seguendone i percorsi formativi, evidenziandone orientamenti politici e la loro concreta azione negli organi istituzionali e nell’area di competenza.
Un altro filone importante, meritevole di attenzione, riguarda la cultura politica che viene impersonata – attraverso opuscoli, scritti polemici, giornali locali, gazzette – da élites urbane, aristocrazia agraria, borghesia intraprendente e affaristica, ceto impiegatizio del capoluogo e dalle altre cittadine della provincia. Anche il ruolo delle istituzioni culturali, laiche ed ecclesiastiche, dall’accademia al seminario, dai circoli ai caffè letterari, merita i dovuti approfondimenti.
Un ulteriore aspetto da indagare è quello dello sviluppo economico e tecnologico del Polesine di fine Ottocento e inizio Novecento, con le proiezioni che le ristrutturazioni economiche – ma anche la crisi – producono nei nuovi assetti sociali, segnando l’aumento della emigrazione, generando contrapposizioni ideologiche e politiche tra liberali, socialisti e cattolici. Particolare attenzione infine richiede il tema della I guerra mondiale o quarta guerra d’indipendenza, che chiude definitivamente il periodo dello stato liberale, di cui segna la crisi e l’evoluzione naturale verso una nuova coscienza di massa anche grazie all’acuirsi nel dopoguerra di rivendicazioni e reazioni in chiave totalitaria.